Passeggiavo distrattamente fra i banchetti di un mercatino delle pulci quando ad un certo punto il mio sguardo venne attratto da una fotografia ingiallita, la quale faceva capolino fra decine di altre vecchie fotografie e cartoline; fra immagini in bianco-nero di paesaggi alpini, donne nude retrò, vedute di città, si intravvedeva la coda di un velivolo.
Rovistando in quell’ammasso di vecchi ricordi vennero alla luce, oltre alla citata foto, una decina di altre immagini che per me, appassionato di aeronautica, costituivano un piccolo tesoro: scatti di eventi aeronautici degli anni 1964-’70-’72.
Cercando di mostrare un distaccato interesse chiesi al venditore il prezzo; egli capì immediatamente che quelle foto rappresentavano qualche cosa per me, di conseguenza “sparò” una cifra esagerata. Iniziò così una trattativa estenuante, al termine della quale portai a casa le fotografie ad un prezzo ragionevole, con in aggiunta un vecchio raccoglitore. Che soddisfazione !
Perché quelle foto sono così interessanti?
Perché esse documentano un “pezzo di storia” dell’aviazione italiana, nonché dell’aeroporto di Torino Caselle, e sono la testimonianza della rinascita e crescita dell’industria italiana al tempo nel quale essa aspirava ad occupare un posto fra le potenze mondiali del settore aerospaziale.
Prima di entrare nel merito delle immagini, e di cosa rappresentano, occorre fare un passo indietro nel tempo. Torino è stata la capitale dell’industria aeronautica italiana sin dall’inizio del secolo scorso. Il primo aeroplano prodotto in Italia venne costruito in Torino, e già nel 1910 venne organizzata una esibizione aeronautica, così come nello stesso anno si svolse una competizione internazionale di aerostati.
Il primo campo volo, con tanto di aviorimesse, venne costruito a Mirafiori nel 1911, periferia di Torino, oggi area nota per gli stabilimenti FIAT, o meglio Stellantis.
Ben presto un secondo campo volo venne creato in Venaria, ancora attivo oggi essendo sede del 34° Gruppo Squadroni Aviazione Esercito “Toro”. Un terzo sito venne individuato a nord di Torino, fra le cittadine di San Francesco al Campo e Caselle, non lontano dall’attuale sede dell’ Aeroporto Internazionale di Torino.
Anno dopo anno l’aviazione in Italia cresce velocemente, sia nel settore militare che in quello civile; nel 1935 viene individuato l’attuale sito dell’aeroporto di Caselle, dove vengono costruiti tre hangars e locali per alloggiare il personale militare.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale l’aeroporto di Caselle ospita il 53° Stormo della Regia Aeronautica, equipaggiato con i famosi biplani FIAT CR-42. Nel settembre del 1943 l’aeroporto venne occupato dalle truppe tedesche, preludio di un tragico evolversi degli eventi.
Nel corso del 1944 la sorte del conflitto è segnata, le forze di occupazione tedesche sono costrette ad una lenta ritirata, pressate dalle forze alleate avanzanti dal sud Italia e dalla Francia. Il locale comandante tedesco è conscio che ben presto l’aeroporto di Caselle sarebbe finito nelle mani del nemico, di conseguenza decide di distruggerlo. Il 30 settembre 1944 le infrastrutture e la pista vengono minate e fatte saltare in aria.
Al termine della Seconda Guerra mondiale gli alleati imposero pesanti restrizioni alla già malconcia industria militare italiana, prosciugata da anni di sforzi bellici prima ed in seguito devastata dai bombardamenti. Nonostante tutto già nell’anno 1950 vide la luce un progetto per la costruzione di un nuovo aeroporto a Caselle; realizzazione fortemente voluta ed indispensabile per lo sviluppo del territorio e della storica locale industria aeronautica, tanto che il 30 luglio 1953 avvenne l’inaugurazione dell’unico edificio, con annessa la torre di controllo, e della pista lunga 1800 metri e larga 60.Appena un anno più tardi la pista venne allungata a 2350 metri.
L’Italia entrò a far parte della NATO, con benefici risvolti sulle limitazioni imposte all’industria pesante e militare ed una sua effettiva rinascita. La FIAT Aviazione, con il suo G-91 progettato dall’ Ing. Giuseppe Gabrielli, vinse la competizione NATO per la progettazione e produzione di un velivolo caccia tattico leggero. Il suo primo volo avvenne il 9 Agosto 1956, con decollo dall’aeroporto di Caselle, ai comandi del collaudatore Riccardo Bignamini. Così come il primo caccia Lockheed F-104 Starfighter, prodotto su licenza dalla FIAT, staccò le ruote dalla pista di Caselle nel 1962.
L’acquisizione di competenze e tecnologie, la crescita del personale e delle infrastrutture, permisero di progettare e far volare già nel 1970 quello che divenne, ed è tuttora, un grande successo dell’industria aeronautica italiana, ancora un progetto dell’ Ing. Gabrielli: il FIAT G-222, velivolo cargo bimotore capace di straordinarie prestazioni, tanto da essere sviluppato ed aggiornato nel corso degli anni, fino all’attuale versione denominata C-27J Spartan (in effetti ormai un nuovo velivolo basato sul suo predecessore).
Siamo così giunti agli anni nei quali vennero scattate le fotografie menzionate in apertura di questo articolo. La grande concentrazione nell’area Torinese di industrie aeronautiche, ed i nuovi velivoli prodotti su licenza o progettati in loco, generarono un notevole interesse sia per il grande pubblico che per gli addetti ai lavori, italiani e stranieri. Fu così che dal 1956 al 1972 Torino organizzò una serie di esibizioni, dapprima semplici air shows, poi veri e propri saloni internazionali.
Questi ultimi si confrontavano con i più famosi e celebrati saloni di Farnborough in Gran Bretagna e Le Bourget in Francia (entrambi appuntamenti consolidati fino ai giorni nostri) organizzati su base biennale.
Quello era il tempo in cui l’industria di settore era capace di organizzare le esposizioni sull’arco temporale di una settimana, e su ben due locations differenti: in Torino città, presso la struttura di Torino-esposizioni, erano collocati gli stand espositivi delle aziende partecipanti, mentre sull’aeroporto di Torino-Caselle venivano esposti in mostra statica ed in volo i velivoli.
Al primo Salone Aeronautico, dal 31-maggio al 07-giugno 1964, presero parte oltre 300 aziende, italiane e straniere. In quella occasione il team acrobatico dell’ Aeronautica Militare, le Frecce Tricolori, volarono per la prima volta col nuovo Fiat G-91.
Alla seconda edizione, del 1966, venne presentato lo sviluppo del Fiat G-91Y ed il modello del futuro G-222, mentre a quella del 1968 prese parte anche l’allora Unione Sovietica, esponendo aerei ed elicotteri ben difficilmente visibili in occidente.
Al 4° Salone dell’ Aeronautica e dello Spazio, giugno 1970, sui piazzali dell’aeroporto venne presentato il nuovo G-222, il quale volò per la prima volta il mese successivo ai comandi dei piloti collaudatori Trevisan e Sanseverino.
L’ultima edizione fu quella del 1972; l’anno successivo iniziò la crisi del petrolio, i costi per organizzare e partecipare ad eventi di questo tipo crebbero notevolmente, e fu così che terminò un’epoca nella quale l’ Italia aeronautica, e non solo, seppe mostrare il meglio di sé al mondo intero.
Oggi l’aeroporto internazionale di Torino Caselle, intitolato al Presidente Sandro Pertini, è un moderno hub.
L’area aeroportuale ospita anche gli stabilimenti Leonardo, con linee di assemblaggio, verniciatura, manutenzione, collaudo e la quotidiana attività di volo di velivoli quali il C-27J, ATR, Eurofighter, Tornado.
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