LA NOTTE COME IL GIORNO

IN MISSIONE CON LA SEZIONE AEREA DI MANOVRA GROTTAGLIE DELLA GUARDIA DI FINANZA

Sono convinto che se chiedessimo ai cittadini italiani quali sono i compiti istituzionali della Guardia di Finanza una buona parte di essi risponderebbe che si occupa di controlli fiscali nelle aziende e nel commercio, evasione fiscale,antiriciclaggio, e attività di polizia economico finanziaria in genere.
Sebbene di per sé siano risposte corrette le competenze sono molto più ampie e particolareggiate, che possiamo riassumere in quattro tipologie: contrasto all’evasione, all’elusione e alle frodi fiscali; tutela della spesa pubblica; lotta alla criminalità economica finanziaria; concorso alla sicurezza interna ed esterna del Paese.
La GdF conta oltre 60.000 effettivi la cui presenza sul territorio è più che evidente, di contro circa il dieci per cento di essi costituisce una comparto altamente specializzato che opera sul mare e nell’aria, quindi una presenza meno visibile agli occhi del cittadino ma di estrema importanza per il sistema Paese: mi sto riferendo alla componente aeronavale, la quale attraverso i rispettivi Servizi Aereo e Navale concorre ad una importante funzione esclusiva della GdF, vale a dire quella di polizia del mare, oltre a supportare le attività di polizia economico-finanziaria su tutto il territorio nazionale, nonché contribuire alla sicurezza del Paese ed alle attività di soccorso.

Il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. C.A. Andrea De Gennaro, interviene alla cerimonia commerativa del 250° anniversario del Corpo, tenutasi il 10-luglio sul lungomare di Gaeta.

Un momento del convegno “Mediterraneo, sfide , opportunità e minacce” svoltosi l’11-luglio presso la Scuola Nautica GdF di Gaeta; la sera precedente, al termine della esercitazione del Comparto Aeronavale, dalla Nave Osum, ammiraglia della flotta GdF, è stato reso omaggio alla Nazione.

Ovviamente, data la natura della pubblicazione, il Servizio Aereo è l’argomento principale del presente articolo, ed in particolare lo è una articolazione impegnata quotidianamente in uno spettro di missioni complesse e ad ampio respiro: la Sezione Aerea di Manovra di Grottaglie;  trattazione che non può comunque prescindere dal prestare la dovuta attenzione al Servizio Navale, proprio perché le due componenti lavorano in stretta sinergia.
Per la GdF l’anno 2024 è una pietra miliare nella sua storia per diversi motivi: ricorre il 250 ° anniversario dalla sua costituzione, risalente al 5 ottobre 1774, nonché il 70 ° anniversario del suo Servizio Aereo. Il 2024 è anche l’anno nel quale si porta a compimento il programma di ammodernamento della flotta aerea, così come da programma iniziato alcuni anni orsono e svoltosi nei tempi e modi prefissati.
Servizio Aereo che nonostante la flotta di aeromobili in servizio sia quasi dimezzata, passata da oltre 100 macchine alle attuali 54,  ha incrementato notevolmente le capacità operative, sia grazie alle prestazioni aeronautiche-avioniche dei nuovi aeromobili in se stessi che ai sistemi imbarcati dedicati alle specifiche attività di polizia,  ricerca-identificazione-tracciamento dei target.
Di pari passo anche il Servizio Navale sta rinnovando la flotta dei natanti, che allo stato attuale ammontano a 311 unità navali, il cui atto più recente ha visto l’entrata in servizio nel 2022 della nave ammiraglia “Osum”, preceduta di poco dal capoclasse tra i pattugliatori veloci della GdF, il “Tenente Petrucci”.

All’esercitazione aeronavale hanno sfilato gli elicotteri di vecchia e nuova generazione: quelli in dismissione capeggiati dall’NH-500 seguito dall’A109 Nexus e dall’AB-412, quindi in coda i due nuovi modelli Leonardo UH169 e PH139D. A destra un momento dell’esercitazione che ha visto la simulazione di un’operazione aeronavale.

IL COMPARTO AEREO.
Sull’aeroporto militare di Pratica di Mare ha sede il Comando Operativo Aeronavale (COAN) dal quale dipendono i tre Gruppi Aeronavali di Messina-Taranto-Cagliari ed il Gruppo Esplorazione Aeromarittima GEA che è la componente ad ala fissa del Servizio Aereo, la cui flotta ha base unica a Pratica di Mare. Su questa stessa base ha sede il Centro di Aviazione con compiti addestrativi e logistico-amministrativi a vantaggio dell’intera componente aerea del Corpo. Il GEA ha in dotazione i Piaggio P-180, impiegati per attività utility, ed i nuovi Leonardo P-72A/B (ATR-72-600) il cui compito primario è l’esplorazione a lungo raggio.

Dal Centro di Aviazione, anch’esso alla sede di Pratica di Mare, dipendono: il 1° Gruppo Aereo dedicato all’addestramento dei piloti, degli operatori sui sistemi di bordo e di tutte le figure specializzate del Servizio Aereo; il 2° Gruppo Aereo che si occupa della gestione e manutenzione della flotta di elicotteri.
Dai rispettivi Comandi Regionali dipendono le tredici Sezioni Aeree territoriali dislocate in altrettanti sedi a copertura dell’intero territorio nazionale, equipaggiate con elicotteri Leonardo UH-169 per le basi del centro-nord Italia e PH-139D per le basi del centro-sud; le due Sezioni Aeree di Manovra, dotate di elicotteri PH-139D ed ubicate rispettivamente a Grottaglie (Taranto) e Catania, dipendono gerarchicamente dal Comando Operativo Aeronavale.

Da sinistra: PH139D in forza alla Sezione Aerea di Manovra Grottaglie, stemma del Servizio Aereo, Leonardo P-72 (ATR-72-600) del GEA

Ognuna delle tredici Sezioni Aeree ha delle proprie peculiarità, seppur fondamentalmente i compiti istituzionali siano gli stessi, dovute principalmente alla tipologia del territorio in cui opera; talune sono ubicate in zone di montagna ed operano esclusivamente su terra, altre sono sulla fascia costiera e le attività sono, in percentuali variabili, suddivise fra terra e mare. A tal proposito su questo sito web trovate un articolo, che ho pubblicato di recente, dal titolo “Nuove ali per le volpi pisane”, dedicato alla Sezione Aerea toscana ed ai nuovi UH-169, leggendo il quale si ha una chiara visione dell’attività di un reparto territoriale.

Discorso a se stante per le due Sezioni Aeree di Manovra, la cui stessa definizione suggerisce una tipicità di impiego: la proiezione in profondità in acque internazionali ed all’occorrenza anche all’estero, il lavoro in sinergia con i colleghi delle Stazioni Navali di Manovra, per entrambe la dipendenza da un Gruppo Aeronavale. Condividere una giornata di lavoro con la Sezione Aerea di Manovra Grottaglie consente di comprenderne le modalità operative, nonchè l’interazione con i suddetti Reparti.

Da sinistra: UH169A (versione entry-level con carrello ruotato), MH169.FOC con pattini, PH139D

IL GRUPPO AERONAVALE TARANTO
Sala di Controllo Operativo.

Il bacino del Mediterraneo è un’area strategica di importanza primaria; pur costituendo solo l’ 1% della superficie marina del pianeta nelle sue acque transita oltre il 20% del volume del traffico merci di superficie ed oltre il 65% degli approvvigionamenti energetici dei paesi europei.
Uno scenario nel quale si muovono incessantemente giorno e notte una moltitudine di imbarcazioni, di ogni tipologia e stazza, fra le quali si possono celare attività illecite, alcune evidenti e ben conosciute essendo oggetto quotidiano di risalto mediatico, quali i reati connessi all’immigrazione irregolare ed al traffico di esseri umani, altre meno appariscenti ma con un forte impatto sulla comunità quali il contrabbando, il narcotraffico, ecc.
Il contrasto ai traffici illeciti, nonchè il controllo dell’ordine e della sicurezza pubblica in un siffatto teatro, è una sfida aggravata dal fatto che nel Mediterraneo non si ha una frontiera formale, quale quella tipicamente terrestre con passaggi obbligati e presidi di polizia, bensì la frontiera è diffusa, impalpabile.

Al centro lo stemma del Gruppo Aeronavale Taranto, ai lati quelli dei suoi Reparti Operativi: a sinistra la Stazione Navale di Manovra Taranto, a destra la Sezione Aerea di Manovra Grottaglie.

Avendo in mente il suddetto teatro operativo l’accedere alla Sala di Controllo Operativo del Gruppo Aeronavale di Taranto consente di apprezzare quello che è il cuore pulsante, e la mente, delle attività di controllo della porzione del Mar Mediterraneo di sua competenza, che sulla carta va da Trieste a Reggio Calabria, ma le cui operazioni sono in gran parte focalizzate sulla zona del basso Adriatico, dello Ionio e del Mediterraneo.
Il Ten.Col. Nicolino Vardaro, Comandante il Gruppo Aeronavale, spiega: In realtà sono due sale operative integrate, rispettivamente la Sala Operativa del Gruppo Aeronavale Taranto ed il Local Coordination Center dell’Agenzia Europea Frontex; pur avendo personale e competenze distinte e separate le operazioni si sovrappongono ed i mezzi aeronavali operano in un contesto operativo simile.
Dalle loro rispettive postazioni gli operatori della GdF gestiscono le operazioni pianificate e condotte in modo autonomo dalla GdF utilizzando una rete di radar e telecamere posizionate lungo la costa, il tutto combinato con le attività degli aeromobili e dei natanti sia della GdF che di altri Enti che partecipano alle operazioni, ad esempio la Guardia Costiera; dalla postazione Frontex un operatore dell’Agenzia, che può essere personale straniero, ad esempio francese o spagnolo, od anche della stessa GdF, gestisce il sistema operativo di comando e controllo Frontex.
Tutte le suddette attività sono coordinate dal Comando del Gruppo Aeronavale Taranto, di conseguenza è evidente come il Gruppo operi sia in favore dei comandi regionali della GdF sia in un contesto internazionale molto spinto, coordinando mezzi aeronavali italiani e stranieri appartenenti a vari Paesi membri dell’Unione europea. Nel suo complesso la sala è operativa H24 ed è un importante strumento di Comando-Controllo-Comunicazione-Computer-Intelligence.
Il Gruppo Aeronavale di Taranto ha in forza circa 250 militari impiegati tra la sala operativa, Sezione Aerea di Manovra di Grottaglie e Stazione Navale di Manovra di Taranto; i tre elicotteri della Sezione Aerea garantiscono l’esecuzione di oltre 750 ore di volo all’anno, mentre le cinque navi producono oltre 7000 ore di moto all’anno.

Sala di Controllo Operativo del Gruppo Aeronavale di Taranto: le postazioni degli operatori, con in primo piano quella dell’Agenzia Frontex il cui operatore, in questo caso, è un militare della Guardia di Finanza.

Poiché siamo in presenza di una sala operativa che conduce operazioni di polizia fornire dettagli delle attività in corso non mi è consentito, mi limito quindi a dare una visione d’insieme di una operazione aeronavale, in ambito Joint Operation Italy (quella che fino allo scorso anno era denominata Themis), che consente perlomeno di intuirne  la complessità e le dinamiche: la sala operativa riceve da un aereo operativo da Creta, denominato Iron1, un feedback sulla localizzazione di un traffico sospetto diretto verso l’Italia; sulla base della sua velocità e della rotta la sala calcola un tempo stimato per l’arrivo sulla costa e predispone un sistema di monitoraggio per le successive 24/36 ore, o comunque per il tempo necessario, al fine di seguire il target stando a distanza, non visti e non sentiti; si tratta quindi di immaginare quello che sarà lo scenario in prospettiva nel tempo e prevedere in anticipo la dislocazione dei mezzi aerei e navali.  Nella “caccia” si alternano Eagle3 (un aereo Let polacco basato a Catania), un P-72A della GdF, un PH-139D della Sezione Aerea di Manovra Grottaglie, nave Osum della GdF che può anche fungere da sala operativa avanzata, una unità navale spagnola; all’occorrenza sono disponibili altri assetti dislocati su vari porti ed aeroporti . Navi ed aeromobili che, dati i tempi lunghi dell’operazione e l’alternanza dei mezzi utilizzati, necessitano un coordinamento preciso e costante; mezzi aeronavali che sono anche in contatto fra di loro. La sala operativa riceve anche in tempo reale le immagini delle telecamere montate sulle navi e sugli elicotteri in modo tale da avere una situation awareness di ciò che sta succedendo in teatro operativo.

L’incontro in mare fra le navi Osum e Di Bartolo, al rientro dalle loro rispettive missioni, e il Leonardo PH139D Volpe 404; la GdF conduce operazioni aeronavali sia congiuntamente con altre forze di polizia/militari, italiane e straniere, sia in modo del tutto autonomo.

L’ombreggiamento occulto è necessario affinchè il target entri nelle acque territoriali creando così i presupposti giuridici per poter intervenire come forza di polizia; azione di polizia mirata non solo al sequestro del carico illegale, che sarebbe una operazione fine a se stessa, ma anche a scoprire le organizzazioni criminali, tracciare i flussi finanziari, localizzare fiancheggiatori sul territorio italiano.
Di contro, se c’è una certezza di traffico illecito, è possibile fermare ed ispezionare il target in acque internazionali ma solo tramite il sistema di convenzioni internazionali ed autorizzazione del Paese di bandiera. Ad esempio, nel luglio 2023, da un originario lavoro di intelligence francese è scaturita l’operazione “Plutus”  che ha portato all’intercettazione ed al sequestro da parte di assetti della GdF di una nave con un carico di ben 5250 Kg di cocaina, per un valore di oltre 383 milioni di Euro.
L’operazione descritta è solo una delle tipologie di missioni gestite dalla sala operativa del Gruppo Aeronavale Taranto; per scoprirne altre ci rechiamo sul vicino aeroporto di Grottaglie in visita alla componente ad ala rotante del Gruppo Aeronavale, con la quale condividiamo 24 ore operative.

Due dei tre PH139D in dotazione alla Sezione Aerea di Manovra Grottaglie; sullo sfondo l’hangar e parte dei locali adiacenti

LA SEZIONE AEREA DI MANOVRA GROTTAGLIE.
La base, Caserma Cosimo Bruno, è collocata nel settore nord ovest dell’aeroporto di Grottaglie ed occupa una zona ampia sulla quale nel 2005 sono state realizzate moderne infrastrutture, uffici, camerate,locali di servizio, uno spazioso hangar che misura 50×50 metri, capace di ospitare due velivoli P-72 oppure un P-72 e tre PH139D, un piazzale con tre stands per elicotteri oltre ad una postazione per il lavaggio automatizzato dell’elicottero per desalinizzarlo al rientro da una missione su mare; il nuovo raccordo di collegamento del piazzale con la via di rullaggio principale dell’aeroporto consente di effettuare ground taxi facilitando così la manovrabilità dell’elicottero e riducendo il rischio di FOD, un vantaggio notevole poiché gli elicotteri, in funzione delle missioni a lungo raggio, decollano sovente prossimi al peso massimo di 7000 Kg.

Due Volpi in hangar, PH139D pronti per la missione; rappresentazione artistica dello stemma del Reparto nel quale campeggia il Grifone, simbolo di custodia e vigilanza, con il sole e la luna ed il motto “Vigilo die noctuque” ad indicare l’attività diurna e notturna. I colori giallo e verde, presenti tanto nello stemma ufficiale come nelle livree degli elicotteri, sono i colori storici della GdF.

La dotazione standard è di tre elicotteri Leonardo PH139D, radio callsign Volpe 404 412 e 421, equipaggiati con sistemi allo stato dell’arte per assolvere i compiti primari di polizia assegnati: l’Airborne Tactical Observation and Surveillance System (ATOS), il radar Leonardo “Gabbiano” T20N, il FLIR LEOSS, l’Hyperspectral Sensor System ITRES, il faro di ricerca Trakka A800, il sistema di rilevamento di apparati telefonici IMSI/IMEI Catcher.
Tali sistemi di missione consentono di individuare, tracciare, discriminare un target a grande distanza, di giorno e di notte ed anche con meteo avverso. Sebbene il soccorso non sia attività primaria gli elicotteri sono dotati di verricello per il quale sono abilitati quattro piloti ed altrettanti operatori; non vi è personale soccorritore in sede quindi, nell’evenienza, ci si appoggia alle stazioni SAGF (Soccorso Alpino Guardia di Finanza) limitrofe od al CNSAS in virtù di una convenzione fra i Corpi. Il Reparto è operativo H24, 365 giorni anno, ed è costituito da 66 effettivi dei quali 11 piloti, 9 operatori sistema di bordo OSB, 15 manutentori, 5 addetti antincendio.

Volpe 404 in volo sul ben noto ponte girevole di Taranto e su una nave ‘oil tanker’ in attesa in rada nel Mar Grande

Il Comandante, Maggiore pilota Sergio Angelucci, osserva: la quasi totalità delle ore volo annue espresse dal Reparto sono prettamente operative, volate a fronte di attività propria della GdF ed in parte sotto egida Frontex; le rimanenti poche ore sono dovute alla necessaria attività tecnica ed alla simulazione emergenze. I tre elicotteri in dotazione sono estremamente performanti e versatili, consentono di far fronte ad una attività intensa che può essere tanto programmata nel tempo così come in prontezza operativa, con una risposta pressoché immediata degli equipaggi a fronte di una richiesta della sala operativa, la quale, ad esempio, nel corso dell’attività di monitoraggio permanente della costa può avere dei dubbi su qualche natante in transito e quindi richiedere il nostro intervento per una verifica ravvicinata, se non il fermo ed il controllo in collaborazione con le nostre unità navali.
Il programma di razionalizzazione della flotta su due soli modelli di elicottero ha prodotto una enorme efficienza tanto nella formazione del personale navigante e di manutenzione quanto nell’utilizzo dei mezzi; uniformità di mezzi e dei sistemi integrati a bordo che talvolta consentono anche agli equipaggi delle Sezioni Aeree territoriali di partecipare a missioni internazionali a lungo raggio, cosa che in passato non era possibile.
E’ doveroso ricordare che sugli elicotteri della GdF il centro nevralgico è l’Operatore Sistema di Bordo (OSB), il quale ha un carico di lavoro notevole tanto che alcune funzioni sono state trasferite al secondo pilota; di contro i due piloti, grazie all’assistenza dell’auto pilota, nel corso di una tipica missione di pattugliamento hanno un carico di lavoro ridotto, missione che mediamente dura tre ore ma che può essere estesa fino alle quattro ore volo.
Gran parte delle missioni a noi assegnate è condotta di notte ed anche in questo caso la tecnologia supporta egregiamente il lavoro dei piloti: l’utilizzo dei visori notturni NVG offre una consapevolezza della situazione ambientale che è molto importante in quanto non di rado di notte è difficile se non impossibile discriminare ad occhio nudo le nuvole piuttosto che avere la percezione di dove “il mare ed il cielo si fondono”.

Inizio e termine di una missione: posizionamento di “Volpe 421” su uno stand di fronte all’hangar e lavaggio automatizzato desalinizzante al rientro da una missione sul mare

Il giorno della mia visita, fine luglio 2024, è un esempio delle molteplici attività della Sezione Aerea di Manovra: uno dei tre PH139D, Volpe 412, non è in sede in quanto distaccato temporaneamente in Sicilia, in supporto al Reparto Operativo Aeronavale di Palermo, per attività di controllo flusso migranti su Pantelleria e Lampedusa, traffico di esseri umani sempre più intenso nel periodo estivo.
Per la sera/notte è pianificata una missione di pattugliamento nella zona del canale d’Otranto, su acque internazionali, da volare con Volpe 421, macchina che essendo ormai prossima alla scadenza manutentiva delle 300 ore verrà trasferita presso la casa costruttrice nei giorni successivi.
La mattina successiva Volpe 404 avrà una missione coordinata con le unità navali del Corpo, dopodiché nei giorni seguenti elicottero ed equipaggi si trasferiranno in Albania per un rischieramento nel Paese delle aquile, nell’ambito della “Missione di assistenza alla Polizia albanese-Campagna Sorvoli 2024”, che durerà alcune settimane, operazione dedicata alla ricerca piantagioni di cannabis in territorio schipetaro, sfruttando le sofisticate strumentazioni installate a bordo dei PH139 del Corpo.     

Piloti ed Operatori Sistema di Bordo si preparano al decollo per la missione di pattugliamento notturna sul Canale d’Otranto descritta nell’articolo; indossare il giubbotto di sopravvivenza Secumar è obbligatorio per le operazioni su mare. Equipaggio composto dal Maresciallo Capo Pilota Giovanni Stallone, dal Brigadiere Capo pilota Luigi Marcuccio, Luogotenente C.S. Cosimo Di Fonzo, Luogotenente O.S. Gianluca Acquaviva.

Come i pipistrelli.
A fronte delle istruzioni operative ricevute con un ordine di volo emesso dall’Ufficiale in Comando Tattico (il Ten.Col. Vardaro già citato), che contiene le istruzioni operative quali la zona operazioni-modalità di effettuazione-target-canali di comunicazione ecc, i piloti hanno redatto il piano di volo che riporta il dettaglio di chi siamo, nominativo India-2067 (con riferimento alla matricola militare), cosa facciamo, dove andiamo, quanti siamo a bordo, le dotazioni di emergenza ecc.
E’ un volo internazionale, su acque extra territoriali ai confini con la Grecia e l’Albania, senza però mai scendere al di sotto delle 12 miglia dalla costa dei Paesi citati, evenienza che comporterebbe uno sconfinamento illecito. Il piano di volo interessa determinate zone nelle quali è possibile fare delle diversioni, ad esempio lasciare la rotta ed orbitare su un punto al fine di ombreggiare un natante sospetto.
L’equipaggio è composto da due piloti, il sottoscritto e due OSB (in realtà nella norma vi è un solo operatore, questa sera il secondo è in funzione della mia presenza per la mia tutela in caso di emergenza); Volpe 421 ci attende sul piazzale, preparata dagli specialisti: decolliamo con un peso di 6950 Kg, con una autonomia di quasi 4 ore di volo che comprende un margine di carburante di 30 minuti per raggiungere l’alternato più vicino in caso di avaria. Nonostante siamo prossimi al tramonto vi sono ancora 40°C, le giornate più torride dell’anno, ma siamo comunque ampiamente entro l’inviluppo di volo.

Nelle ore notturne la luce verde a bassa intensità rende l’elicottero meno visibile da terra/mare ed allo stesso tempo agevola il lavoro degli specialisti rendendo meno faticosa per gli occhi la gestione del sistema, tanto più considerata la durata media di tre ore del pattugliamento che richiede costante attenzione e concentrazione; il tipo di illuminazione è compatibile con l’uso dei visori notturni NVG.

Già nella tratta per andare a posizionarci nell’area di ricerca natanti l’OSB attiva il FLIR, radar e video camera; quest’ultima ben presto non servirà più in quanto calando la notte si passa ad utilizzare il sensore infrarosso termico che legge l’emissione termica del target e restituisce un’immagine di buona qualità. L’OSB mi dice che “siamo come i pipistrelli, lavoriamo bene di notte, non ho il sole che disturba, non ci possono vedere, già da 20 Km di distanza capisco che tipo di barca sto puntando”.
Il grande schermo della postazione OSB, collocata centralmente alle spalle dei piloti, è diviso in due settori: a destra sono visualizzate le immagini della videocamera/infrarosso, a sinistra la cartografia della zona di ricerca con l’indicazione di quanto rilevato dal radar, ovvero ogni natante localizzato è indicato sulla mappa con un simbolo, di differenti tipologie  a seconda del tipo di imbarcazione; al simbolo vengono accoppiate le informazioni AIS se disponibili. L’apparato AIS, obbligatorio per tutte le navi passeggeri e per le altre navi con stazza di almeno 300 tonnellate, trasmette il nominativo del natante, la posizione geografica, la rotta e la velocità.

Veduta d’insieme della console ed esempi di localizzazione-identificazione-tracciamento di natanti

Il traffico di natanti è molto intenso, tanto più essendo una notte d’estate con mare calmo, di conseguenza innumerevoli simboli di forme e colori differenti animano lo schermo, molti di essi non hanno dati identificativi quindi non dispongono di AIS (oppure lo hanno spento); sono queste le imbarcazioni che possono destare più sospetti, molti sono pescherecci che sono di difficile valutazione perché è normale che siano a mare di notte e che possano essere fermi o in navigazione, fra di essi si possono celare coloro che perpetrano traffici illeciti; l’OSB può tracciare anche 50 target consecutivamente, fare lo screening, memorizzarne e seguirne diversi contemporaneamente al fine di osservare i loro movimenti. E’ un lavoro complesso per il quale, oltre alle tecnologia sofisticata, è fondamentale l’esperienza dell’operatore, la sua capacità di intuire comportamenti sospetti osservando anche piccoli dettagli apparentemente insignificanti.

Stiamo volando ad una quota di 4087 piedi, velocità 130 nodi che è la più idonea considerando il consumo, le miglia coperte, il comfort di volo. Fra la moltitudine di natanti due di essi attirano l’attenzione, fanno rotta verso l’Italia e sono piuttosto veloci e non hanno l’AIS attivo; siamo a circa 6000 piedi di distanza, l’OSB ingrandisce l’immagine fino a leggere il nome dei natanti per poi comunicarlo alla sala operativa a Taranto; orbitiamo in zona, sempre a debita distanza per non essere percepiti dai sospetti, mantenendo agganciati i target fino a quando riceviamo la risposta del controllo: non vi sono segnalazioni, sembrano entrambi puliti quindi possiamo lasciare la zona, terminare il programma di volo previsto e rientrare alla base.
Nel fare l’orbiting  con estrema precisione i piloti si avvalgono della funzione di navigazione Nav, ovvero impostando correttamente l’FMS quest’ultimo farà esattamente quanto richiesto in modo autonomo, l’autopilota quadri canale del 139 gestisce tutti gli assi della macchina, quindi la virata, la velocità, la quota e la pedaliera.

Gruppo Aeronavale Taranto: Volpe 404 della Sezione Aerea di Manovra Grottaglie affianca Nave Osum, ammiraglia della flotta GdF, della Stazione Navale di Manovra Taranto.

Navi e rotori: il Gruppo Aeronavale in missione.
La mattina successiva Volpe 404 decolla in direzione del Mar Grande, la rada antistante la città di Taranto nella quale sostano le navi in attesa di attraccare in porto, per il rendez-vous con il pattugliatore veloce Tenente Petrucci della Stazione Navale di Manovra Taranto in uscita dal porto; entrambi i mezzi condurranno una attività aero-navale congiunta di pattugliamento nello Ionio della quale purtroppo non posso fornire dettagli se non che, ovviamente, si tratta di un ombreggiamento di un natante sospetto.
L’inizio della missione coincide con il rientro in porto di altre due navi della Stazione Navale di Manovra, il pattugliatore veloce P.V.3 Di Bartolo ed il pattugliatore multiruolo P.04 Osum, nave ammiraglia della flotta GdF, entrambe di ritorno dalle rispettive missioni testè concluse. Oltre alle citate unità la Stazione Navale di Manovra Taranto dispone di altri due Pattugliatori Veloci, il P.V.8 Brigadiere Greco ed il P.V.6 Barbarisi.

Pattugliatore veloce Tenente Petrucci e Volpe 404 si incontrano sul Mar Grande: il PH139D misura in lunghezza 16,62 metri ed ha una velocità massima di 310 Km/h, il Tenente Petrucci è lungo 44 metri ed ha una velocità di 43 nodi .

Nave Osum è cofinanziata dall’UE nell’ambito del Fondo di Sicurezza Interna 2014-2020, con il vincolo che per i primi dieci anni di servizio l’unità deve essere impiegata per almeno quattro mesi all’anno per missioni Frontex, in Grecia per la missione Poseidon e Spagna per quella denominata Indalo, attività nel corso delle quali vengono ospitati a bordo ufficiali di collegamento delle polizie estere.
Osum ha una stazza di 530 tonnellate, lunga 61 metri e larga 10, raggiunge una velocità di 27 nodi, che può sembrare non eccelsa ma in realtà la nave non nasce per fare inseguimenti; la nave è armata con tre mitragliatrice Browning calibro 12,7, una a prua e due ai lati. Con un equipaggio di 30 persone la nave può stare in mare fino a 14 giorni consecutivi ed all’occorrenza fungere anche da sala operativa. Nella turnazione giornaliera sei persone sono sufficienti per gestire la nave e la navigazione e stando tutti in plancia comando, compreso l’addetto alla sala macchine; se subentra un evento complesso tutto l’equipaggio può prendervi parte. In plancia vi sono postazioni dedicate per il comandante, per il timoniere, il secondo radarista, la sala macchine, operatori di sistema per telecomunicazione e scoperta nonché controllo radar e telecamera diurna/infrarossi, sistema secondario di navigazione digitale.

Dettagli di Nave Osum: sovrastati da Volpe 404 si notano i gommoni utilizzabili tanto per il soccorso in mare come per l’abbordaggio di natanti; la sezione anteriore della plancia di comando; l’area a prua dedicata alle operazioni al verricello e per il decollo/atterraggio del drone (in sperimentazione)

Ogni membro dell’equipaggio ha diversi compiti assegnati, dall’occuparsi della mensa al prendere parte al team armato per l’abbordaggio; a tal proposito la nave è dotata di due gommoni che possono essere calati in acqua, con già il team a bordo, mentre la nave è in navigazione e possono essere usati con mare fino a forza 3; nel caso in cui si tratti di un intervento di soccorso a naufraghi e/o migranti ogni gommone può ospitare un team massimo di otto persone. Nel caso in cui si tratti di un abbordaggio di una nave per effettuare una ispezione a bordo della stessa viene messo a mare un gommone con un Boarding Team di sei persone equipaggiate con elmetto, go-pro per produrre materiale probatorio, giubbotto antiproiettile, dotazione individuale M12 e pistola d’ordinanza; il gommone ha in dotazione una scaletta telescopica per l’abbordaggio di una nave con paratia alta e nel caso in cui si riscontrino traffici illeciti il team può prendere il controllo della nave e condurla presso il porto autorizzato, previa autorizzazione giudiziaria.
E’in fase di sperimentazione l’impiego di un drone capace di decollare ed atterrare come un quadricottero ma anche dotato di semiali ed elica spingente che consente di traslare e volare come un aeroplano, il tutto partendo da una piazzola a prua della nave; il drone consente una attività di ombreggiamento occulto a lunga distanza essendo equipaggiato di sensori che possono trasmettere le informazioni in tempo reale.

Leonardo PH139D Volpe 404 ed il Pattugliatore multiruolo P.04 Osum: con essi il Gruppo Aeronavale esprime una notevole capacità di proiezione, su lunga distanza e perdurante nel tempo

La Sezione Aerea di Manovra e la Missione di assistenza alla Polizia albanese-Campagna Sorvoli 2024.
La Missione di assistenza alla Polizia albanese è una attività “stagionale” che si protrae da molti anni, effettuata inizialmente e per molto tempo con il bimotore Piaggio P166.DL3 del GEA; con la radiazione di quel velivolo è toccato alla Sezione Aerea di Manovra raccogliere il testimone e provvedere a questa importante ed impegnativa missione sulla sponda opposta dell’Adriatico. Nei giorni successivi la mia visita Volpe 404 si trasferisce in Albania per un distaccamento di parecchie settimane il cui scopo è l’effettuazione di una campagna di sorvoli di una porzione di territorio albanese mirata alla scoperta delle coltivazioni di cannabis mediante telerilevamento di precisione.
Ciò è reso possibile dagli apparati dedicati al telerilevamento installati a bordo del PH139D, ovvero il sistema operativo ATOS configurato con un sensore iperspettrale microCASI 1920, una fotocamera digitale PhaseOne iXM-150F, una termocamera microTABI-640, un modulo ITRES I-NAV-IMU.

Leonardo PH139D Volpe 404 e dettaglio degli apparati, e della loro collocazione a bordo, del Sistema di Telerilevamento montato sul PH139D (immagine GdF)

Quest’ultimo, collegato ad un’antenna GPS, fornisce i dati di assetto e posizione rispetto a terra dell’elicottero per ogni istante del volo, con i quali è possibile geo-referenziare le informazioni acquisite durante il volo dal sensore microCASI 1920 e dalla fotocamera PhaseOne.
Il sensore più utilizzato è il microCASI 1920 con il quale si acquisiscono dati oltre il visibile grazie ai suoi 288 canali spettrali (una comune macchina fotografica utilizza tre canali); se la firma spettrometrica delle immagini, opportunamente analizzata,  corrisponde a quella della marijuana significa che in quel punto ci sono le piante.
La termocamera microTABI acquisisce dati nell’infrarosso termico in un’unica banda spettrale e restituisce una buona immagine ; l’informazione termica è utilizzata anche per rilevare le temperature con una accuratezza eccezionale, ad esempio per il monitoraggio di un vulcano a rischio eruzione, comparando quindi la variazione dei dati acquisiti nel tempo. La PhaseOne è una fotocamera digitale ad altissima risoluzione, a focale fissa, che permette di acquisire porzioni di territorio più ampie rispetto ai sensori iperspettrali.

Dettagli del funzionamento operativo del sistema ATOS: la corretta lettura delle immagini consente di discriminare la tipologia di vegetazione (immagini GdF)

Per l’utilizzo corretto degli apparati descritti, e per l’ottenimento della massima qualità dei dati raccolti, è necessaria una precisa pianificazione del piano di volo per il telerilevamento che prenda in considerazione il territorio da sorvolare, l’inviluppo di volo possibile, l’orientamento delle rotte parallele, ovvero le coordinate di allineamento ed uscita delle runline, la quota e la velocità in funzione del sensore che si deve utilizzare.
Una runline, ovvero un passaggio, dura mediamente 10 minuti, la velocità ottimale è di circa 100 nodi, la quota varia in base all’orografia, mediamente 1400 metri; le rotte parallele possono essere leggermente sovrapposte in modo tale da ricostruire un mosaico dei vari passaggi che fornisce un’immagine unica rappresentativa della zona sorvolata. Il lavoro va fatto di giorno, e preferibilmente nelle ore centrali quando vi sono meno ombre, perché queste ultime così come la presenza di nuvole o nebbia possono rendere più difficile l’interpretazione delle immagini.

A sinistra quattro immagini in dettaglio dell’osservazione di due piantagioni di cannabis sativa; a destra una fase della pianificazione di un piano di volo per attività di telerilevamento con la creazione delle runline. (immagini GdF)

Una ulteriore difficoltà è data dal fatto che le organizzazioni criminali sono al corrente dell’attività di telerilevamento e la risposta è suddividere le coltivazioni in piccoli se non piccolissimi appezzamenti, mimetizzarli fra altra vegetazione, coprirli temporaneamente. In ogni caso il sistema microCASI ha una risoluzione minima di 50 cm al suolo, la PhaseOne addirittura di 7 cm, ciò vuol dire che si riesce a discriminare una pianta avente una dimensione minima rispettivamente di 50cm o 7cm.  Ovviamente  quando vengono localizzate delle coltivazioni i dati vengono forniti alla polizia albanese alla quale compete l’intervento su terra. E’ intuibile come il suddetto lavoro richieda una presenza continuativa in terra albanese che può durare parecchie settimane all’anno nel periodo estivo di crescita delle piante.
La campagna sorvoli Albania 2023 ha totalizzato 170 ore volo di telerilevamento, 15 ore volo di screening, sorvolato 12.343 Kmq, segnalate 1.429 piantagioni illegali di cannabis; attività in seguito alla quale la Polizia Albanese ha riscontrato 108.282 piante che sono state eradicate e distrutte, per un totale stimato di circa 812 milioni di Euro.

Il rientro a Grottaglie dalle missioni diurne e notturne: con una durata media di tre ore di volo le missioni sono sempre impegnative; a sinistra il Comandante della Sezione Aerea di Manovra Grottaglie, Maggiore pilota Sergio Angelucci, a destra il Maresciallo Capo pilota Giovanni Stallone, sullo sfondo lo specialista Appuntato scelto Mario Cantoni.

CONSIDERAZIONI.
Sebbene la gran parte delle attività della Sezione Aerea di Manovra avvengano sul mare il Reparto risponde anche ad emergenze su terra, come la recente ricerca di persona scomparsa in zona montuosa localizzata grazie all’utilizzo del sistema IMSI/IMEI catcher. Abbiamo avuto modo di comprendere quanto siano molteplici, intense ed accurate le attività della Sezione Aerea di Manovra, e del Gruppo Aeronavale nel suo insieme, performances possibili anche grazie a strumenti aerei e navali allo stato dell’arte.

Una caratteristica che contraddistingue la GdF è certamente il costante impegno nella innovazione ed evoluzione dei suoi apparati, fungendo anche da traino per l’industria nazionale così come è stato per lo sviluppo dell’AW169, e come è per la sperimentazione di nuovi sistemi, quale ad esempio l’applicazione dell’intelligenza artificiale opportunamente “istruita” al fine di facilitare il complesso lavoro di screening degli OSB descritto nel testo dell’articolo. Uno sforzo organizzativo ed economico non indifferente, ampiamente ripagato dai risultati ottenuti sul campo che sono a beneficio non solo dello Stato Italiano ma di tutta la comunità Europea, sia in termini di ritorno economico che di sicurezza.

Continua la consultazione del reportage guardando la successiva galleria fotografica.

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