LO SCOIATTOLO VOLANTE DEL RIFUGIO ALPETTO.

Il Rifugio Alpetto è forse poco conosciuto, certamente meno noto dei rifugi più a ridosso di sua maestà il Monviso, il Quintino Sella ed il Vitale Giacoletti per citare quelli ubicati sul versante orientale del Viso, che è anche il lato della montagna dal quale nasce il più lungo fiume d’Italia, il Po.

Ciononostante l’Alpetto detiene un primato considerevole essendo il decano dei rifugi del Club Alpino Italiano, il primo ad essere stato costruito, nel lontano 1866, con l’intento di agevolare le sempre più numerose ascensioni a quella che era ed è tuttora una montagna simbolo; salite non banali per l’epoca, tanto che la vetta venne conquistata solo pochi anni prima, nel 1861 ad opera dello scalatore inglese William Mathews.

Più esattamente il rifugio originale è oggi adibito a museo, conservato come era in origine, con tanto di arredamento spartano e giaciglio di paglia. A pochi metri di distanza sorge il nuovo rifugio, eretto dal CAI di Cavour nel 1998, capace di offrire 24 posti letto ed aperto da giugno a settembre, che comprende anche un locale invernale. Il rifugio è ubicato a quota 2268 s.l.m., in prossimità dell’omonimo lago, in una splendida conca verdeggiante i cui contrafforti sono sovrastati dalla imponente cima del Monviso.

Sinistra: in avvicinamento alla Valle PO a bordo dell’Ecureuil, sullo sfondo il Monviso
Destra: il rifugio Alpetto visto da bordo dell’Ecureuil in fase di decollo

Proprio perché meno conosciuto di altre strutture ricettive alpine è quindi possibile raggiungere un’oasi di pace; in poco più di due ore di cammino dal parcheggio auto in località Meire Dacant ci si ritrova immersi nella natura, contornati da paesaggi mozzafiato e con la possibilità di godere dell’ospitalità offerta dai gestori del rifugio.

Due secoli orsono l’ospitalità di quello che più propriamente era un ricovero era il minimo indispensabile, anche perché il portare materiale e vivande in quota era un sacrificio non da poco essendo fattibile solo a spalle o a dorso di mulo.Ai nostri tempi per l’approvvigionamento di tutto il necessario per il buon funzionamento del rifugio, dalle vivande ai materiali indispensabili per la manutenzione, ci si avvale per quanto possibile dell’elicottero, qui come per tutti i siti alpini raggiungibili unicamente a piedi.

Veduta d’insieme del rifugio Alpetto, del Monviso sullo sfondo e dell’Ecureuil di Heliwest impegnato nel trasporto al gancio dei rifornimenti.

L’ HELIWEST.
L’elicottero è uno strumento estremamente efficace ma che ha un costo di esercizio importante, quindi è una risorsa che deve essere gestita in modo oculato, tanto più per una realtà piccola come il Rifugio Alpetto che dispone di un budget limitato rispetto ad altre realtà.
Partecipare ad una operazione di rifornimento ad inizio stagione estiva è indispensabile per capire le dinamiche del lavoro; per far ciò ho avuto il privilegio di essere ospitato dalla società di servizi aerei con elicottero Heliwest, azienda fondata nel 1993 con sede a Motta di Costigliole, in provincia di Asti.L’attuale flotta è costituita da 25 elicotteri dei modelli Schweizer Hughes 269, AS350 Ecureuil nelle versioni B1 B2 B3, AS355F2, EC135T2.

Due AS350 Ecureuil della Heliwest impegnati in attività antincendio boschivo: I-LASB I-LASR

Le varie tipologie di elicotteri ben si prestano per una varietà di impieghi che vanno dal trasporto di carichi appesi al gancio baricentrico al trasporto passeggeri, riprese e controlli aerei, antincendio boschivo e supporto alla protezione civile, nonché scuola di pilotaggio.Il primo citato, il trasporto al gancio, è la tipologia di lavoro inerente l’argomento del presente articolo; adottando questa modalità di trasporto l’Ecureuil con il quale ho volato ha effettuato, nello stesso giorno del rifornimento del rifugio Alpetto, altri trasporti in luoghi e vallate differenti: dalla delicata operazione del posizionamento di un pesante trave portante per un tetto di una casa in ristrutturazione, al rifornimento di sacchi di sale per il bestiame sui pascoli d’alta quota, decine di rotazioni per il trasporto di materiale edile di vario tipo depositato presso una baita in costruzione a quota 2000 metri, nonché il trasporto di un mini escavatore e abbeveratoi per il bestiame. Una giornata tipo di lavoro in montagna, ambiente nel quale l’utilizzo dell’elicottero è sicuramente pagante e risolutivo per moltissime situazioni.

L’Ecureuil utilizzato per il lavoro descritto nell’articolo I-HELA ritratto con sullo sfondo la magnifica piramide di roccia del Monviso, montagna più alta delle Alpi Cozie, quota 3841

FATTORE TEMPO E SICUREZZA.
Osservando e vivendo le operazioni risulta evidente come la sicurezza ed il tempo, quest’ultimo inteso sia come situazione meteorologica che per il trascorrere dei minuti, siano fattori essenziali per il lavoro aereo in montagna che devono essere tenuti nella massima considerazione; procediamo a capire il perché.

Giugno è il mese di apertura del Rifugio Alpetto, i gestori hanno già fatto più volte la spola a piedi portando con sé lo stretto necessario. Ora è il momento di effettuare i rifornimenti ‘pesanti’.
Per me l’appuntamento è per le ore 7 del mattino presso la base distaccata di Heliwest a Villar San Costanzo, paese a ridosso delle vallate alpine in provincia di Cuneo.
Al mio arrivo l’Ecureuil AS350B3 I-HELA è già in piazzola, oggetto delle attenzioni dell’equipaggio odierno, il pilota Davide Giordano, il tecnico Valerio Canepa e il task specialist Stefano Brusasco.

L’arrivo a Meire Decant, piazzola provvisoria per lo stoccaggio dei carichi da trasportare in quota, e verifica della loro idoneità ad essere elitrasportati.

Un quarto addetto, componente il team di lavoro anche se operante a terra, Andrea Vallati, è già partito con il furgone allestito per il rifornimento di carburante dell’elicottero ed attrezzature utili per l’elitrasporto dei differenti tipi di materiali; Andrea ci precederà via strada facendosi trovare pronto nei vari siti di fondo valle dove sono stoccati i carichi da trasportare.

La giornata di lavoro non sarebbe stata programmata se le previsioni meteo non fossero state buone, in ogni caso una verifica è d’obbligo: tempo stabile soleggiato al mattino, possibili piogge dalla metà del pomeriggio; dovremmo essere in grado di portare a termine tutti i lavori previsti, che si susseguiranno in tre distinte vallate, il che significa un ottimo lavoro commerciale e gestionale fatto a priori, che prevede una precisa pianificazione dei tempi e dei luoghi delle varie attività.

Il meticoloso controllo dei carichi effettuato da parte dell’equipaggio Heliwest è procedura irrinunciabile per garantire la massima sicurezza

Effettuato il check dell’elicottero e delle attrezzature si va in volo puntando la prua verso nord-est, in pochi minuti siamo già a scavalcare la dorsale che separa la Val Maira dalla Val Varaita. Il paesaggio è incantevole, grazie alle recenti benefiche ed intense piogge, che hanno risolto una grave siccità perdurante da oltre un anno, il verde del manto boschivo e dei pascoli è lussureggiante, grazie anche al fatto che siamo ancora a quote modeste, ma già in lontananza si intravvede l’austera piramide di roccia del Monviso.

Sorvoliamo la Val Varaita e facciamo ulteriormente quota per superare lo spartiacque con la Valle Po, la nostra meta. A questa quota la vegetazione di alto fusto si arrende, poche sporadiche piante sparse qua e là tentano una disperata resistenza contro le severe condizioni climatiche invernali; ora i pendii sono ricoperti di rododendri, prati e rocce.
Scavalcare in volo un crinale è sempre un momento emozionante, grazie al rapido susseguirsi di attimi fugaci; prima il risalire velocemente il pendio, che pare quasi di poterlo toccare nel mentre sfila veloce sotto di noi, di fronte la cresta che occlude ogni prospettiva e pare un baluardo verso l’ignoto, per poi in un attimo superarla tuffandosi nel vuoto della successiva vallata e d’incanto l’aprirsi di un paesaggio rinnovato, lo sguardo si perde su orizzonti nuovamente lontani, tutti da scoprire.

Sinistra: decollo dal ‘campo base’ sotto l’occhio vigile del tecnico.
Destra: approccio al rifugio Alpetto nel corso della prima rotazione della giornata.

D’ora in poi ho modo di apprezzare il lavoro di squadra dell’equipaggio Heliwest: perdiamo rapidamente quota, Davide qui è di casa, oltre ad essere un pilota esperto conosce bene queste montagne ed il portarsi all’atterraggio nel punto di carico previsto è questione di attimi, senza tentennamenti.
Valerio e Stefano verificano che la piazzola temporanea sia libera da ostacoli e che le persone – i clienti – che ci attendono a terra siano in posizione sicura, quindi posiamo dolcemente i pattini del nostro Ecureuil, termine francese che significa scoiattolo. Siamo in località Meire Decant, comune di Oncino, a quota 1625 metri.

I gestori del rifugio hanno provveduto ad imballare il loro materiale in una ventina di grandi sacchi di tela provvisti di manici, idonei per l’aggancio al cavo dell’elicottero, che costituiranno altrettante rotazioni verso il rifugio; inoltre vi è del materiale edile imballato a se stante in quanto fuori misura, per ulteriori due rotazioni.
Sebbene il cliente fosse stato istruito sul come predisporre i carichi l’equipaggio Heliwest provvede a verificare l’idoneità di ognuno di essi, in termini di peso e consistenza e tenuta degli involucri. Perdere un carico durante il volo sarebbe disdicevole per il cliente, ma ancor più pericoloso per il volo dell’elicottero e per quanti dovessero trovarsi nella zona dell’impatto a terra, quest’ultima eventualità remota in questo caso.

Lo scenario circostante il rifugio Alpetto è incantevole, così come è affascinante osservare lo ‘scoiattolo volante’ di Heliwest al lavoro, rapido e preciso grazie all’eperienza del pilota ed al lavoro a terra del task specialist. Il lavoro di squadra, e la fiducia nelle rispettive competenze, è basilare per condurre le operazioni in sicurezza ed efficacemente.

Qui è tutto in ordine e correttamente assemblato, cosa che non avverrà per una rotazione del pomeriggio in un altro luogo, dove il peso dichiarato di un piccolo escavatore, che avrebbe dovuto essere nei limiti della capacità di trasporto del nostro ‘scoiattolo’, eccedeva la portata massima consentita; Davide ha dovuto chiedere al cliente di smontare la macchina in più parti altrimenti il trasporto non sarebbe stato fattibile; certo una perdita di tempo ed un lavoro aggiuntivo per il cliente ma necessario per garantire la sicurezza di tutti, a terra e in volo.

Viene stabilita la sequenza di carico ed il luogo dove posare i sacchi con materiale di scarto e rifiuti che verranno portati a valle nei viaggi di ritorno. Valerio rimarrà in zona carico per assistere le operazioni di aggancio, mentre io e Stefano, ed il gestore del rifugio, costituiamo il carico della prima rotazione, in modo tale da posizionarci presso il rifugio per fornire l’assistenza alla ricezione dei carichi.

In atterraggio presso il rifugio Alpetto

Quando tutto è ben definito è possibile mettere in moto il rotore che da quel momento non si fermerà più fino al termine delle rotazioni previste; come detto l’elicottero ha un costo importante, determinato a minuto di volo, quindi occorre che tutto si svolga celermente, senza perdite di tempo, con la massima attenzione per l’integrità del carico e nella massima sicurezza; poiché il tempo è denaro, tanto più utilizzando l’elicottero, è evidente come il cliente debba trarre la massima soddisfazione dal servizio, sia in termini di efficacia che di costi poichè non si deve far spendere più dello strettamente necessario. 

Osservando l’inanellarsi delle rotazioni devo dire che il nostro scoiattolo volante sembra più un’ape operosa che fa la spola incessantemente fra il fiore, il punto di stoccaggio dei carichi, e l’alveare, vale a dire il rifugio Alpetto; grazie alle sue prestazioni ed affidabilità l’AS350 Ecureuil è la macchina comunemente utilizzata per questo tipo di lavoro aereo ed oggi ne da ampia dimostrazione.

Anche le operazioni a terra sono impegnative e non ammettono distrazioni.

La splendida giornata di inizio estate regala anche le condizioni ottimali per il volo, cielo sereno, poco vento, non troppo caldo; per l’Ecureuil fare la spola fra i 1625 metri di quota del campo base ed i 2250 metri del rifugio è un impegno agevole, certamente ha volato situazioni molto più esigenti.

Per me, in qualità di fotografo e passeggero, una esperienza coinvolgente, il tentativo di documentare in modo appropriato le fasi del volo e lo scenario circostante, oltre alla scoperta di un rifugio piccolo ma affascinante che meriterà sicuramente una visita con più calma affrontando le due ore di camminata necessarie per raggiungerlo; sono certo ne varrà la pena anche perché, oltre all’ambiente ed alla tranquillità che sono di per sè garanzia di relax, ho constatato la qualità dei viveri trasportati, dalla pasta alla salciccia, dalla polenta al formaggio, ed un buon pasto in quota è un piacere aggiunto impagabile.

Al termine di una giornata di lavoro impegnativa si ha il piacere di una foto di gruppo, buon indice dello spirito di gruppo e della soddisfazione personale nello svolgere un lavoro che è sì quotidiano ma che ogni giorno è differente, con il valore aggiunto di lavorare in un ambiente affascinante.

La giornata prosegue con gli altri lavori in programma, il sorvolo di altri crinali, altre vallate, il trovarsi faccia a faccia con montagne imponenti ed osservare i camosci che abbozzano una fuga disordinata al nostro sorvolo, sbarcare su prati colorati da mille fiori e profumati di erbe alpine, incontrare altri clienti, pastori e muratori, persone semplici e concrete che vivono e lavorano quotidianamente in montagna e ne apprezzano la sua infinita bellezza, pur conoscendo quanto possa essere dura la vita in altitudine.

Ogni lavoro, ogni cliente offrono una situazione diversa ma un approccio comune: professionalità, serietà, sicurezza; una giornata di lavoro intenso può anche essere un piacere e quando si lavora con piacere non esiste lavoro più bello al mondo!

Per saperne di più sulla società Heliwest e sul rifugio Alpetto visita:
www.heliwest.it              heliwest@heliwest.it
www.rifugioalpetto.it     rifugioalpettomonviso@gmail.com

Nota
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